Inizio con gli studi di Hyderabad per due ragioni: primo perché è l’esempio che amo avere davanti ogni qual
volta penso a come dovrebbe essere una città cinematografica ideale, secondo, perché sono la miscela perfetta tra business, intrattenimento e salvaguardia di
un patrimonio da non trascurare: quello
legato alle suggestioni della settima arte.
Ramoji Film City è un’area vastissima situata a circa un’ora
in auto dalla metropoli di Hyderabad, la "silicon valley" indiana, nella campagna di Anajpur giace per chilometri e chilometri il più grande studio cinematografico
al mondo, nonché il più sapiente riutilizzo di scenografie e set a scopi
turistici. Il fondatore, Ramoji Rao, ebbe nel 1996 un’intelligente intuizione
che ora altri imprenditori indiani stanno scegliendo di imitare, al parco giungono
turisti incuriositi da tutta l’India, in quanto non si girano più soltanto film
telugu ma soprattutto hindi e tamil.
La città si divide nettamente in due zone distinte: una
parte dei set è stata trasformata in paradiso dei divertimenti e
dotata di attrazioni e spettacoli, fontane danzanti ed esibizioni degli stunt
men, giardini curati nei minimi particolari si estendono per chilometri e si
può passeggiare immersi nel verde tra distese di fiori. L'area
assomiglia molto ad un parco a tema per le famiglie in vacanza, ci sono negozi di souvenir, sale giochi, ristoranti e self service di ogni tipo.
Da questa sezione più scontata e
commerciale si parte poi alla visita degli studios veri e propri, una vasta città cantiere in continuo cambiamento dove si possono ammirare strade
d’ispirazione europea o americana, villaggi, stazioni, finti centri commerciali, scuole,
discoteche, carceri, hotel, ospedali, moschee,
aeroporti con sale check in e aerei, grotte monumentali e slums.
Il percorso di visita è piuttosto lungo e stancante ma ne
vale assolutamente la pena, si viaggia su un bus drop on – drop off dal quale si può scendere e risalire a
piacere, fermarsi più a lungo oppure giusto il tempo per una foto, sempre però
sotto la sorveglianza delle guide, è
rigorosamente vietato girovagare da soli all’interno dei set, al contrario di
ciò che si può fare nella parte pubblica del parco.
Le aree in cui si stanno girando dei film
vengono chiuse e la scena è celata segretamente dietro pannelli scuri, si può sentire solo la musica e le voci di attori e registi
all'opera.
Il cinema è un patrimonio artistico, e anche turistico, per
l’India, non solo un fattore commerciale. Coloro che sostennero la
trasformazione di Ramoji Film City in un parco divertimenti e museo a cielo
aperto capirono prima di altri la potenzialità del cineturismo e, oltre ad aver messo a
disposizione dei visitatori una vastissima area di sicuro interesse, hanno intuito anche un ulteriore modo di
fare guadagni. Perché distruggere i fantastici set artigianali, per i quali
sono richiesti mesi e mesi di preparazione?
Invece di smantellarli nei Ramoji Studios vengono tutelati, ristrutturati
e si trasformano in un’attrazione turistica. Attraverso la vendita dei
biglietti si finanzia non solo il lavoro di tantissima gente impegnata nella
sorveglianza e mantenimento del parco ma anche della costruzione di nuovi set
che diverranno scenari dei film in produzione.
Il luogo appare veramente fuori dal mondo,
diviene difficile dopo un po’ scindere l’artificiale dal reale, tutto è organizzato
con ritmi quasi svizzeri, gli ospiti vengono accolti con calore, ordine ed
impeccabilità. All’interno del parco ci sono anche degli alberghi di diverso
bugdet, nel caso in cui il visitatore scegliesse di fermarsi per la notte, per coloro
che invece vogliono tornare ad Hyderabad al termine delle visite un comodissimo bus navetta rende facile il rientro in città.
I Ramoji sono entrati nel Guinness World Records come il
più grande studio cinematografico al mondo, anche se il primato è destinato a
svanire in seguito alla recente inaugurazione di Prayag Film City, mastodontico fondersi di sets nella periferia di Kolkata. In realtà l’immenso parco di Ramoji Rao è
molto più di ciò che viene mostrato nei tour guidati, si possono scorgere all’orizzonte
vere e proprie distese di costruzioni non ancora aperte ai visitatori, decine ( o
centinaia?) di edifici celati tra gli alberi, ancora territorio esclusivo di
attori e registi.
La visita dei Ramoji può essere continuazione ideale di una
sosta allungata da Hyderabad. La capitale dell’Andhra Pradesh, località
ingiustamente snobbata dal turismo internazionale, è in realtà una sorprendente miniera di
testimonianze storico - artistiche e
diversità culturali. Nella città non
troviamo soltanto gli austeri villaggi dell’ high tech ma brulicanti baazar,
rovine di fortezze imponenti come il bellissimo Golconda Fort, palazzi reali nizam, suggestive haveli ben conservate e aperte ai visitatori,
tempi, imponenti moschee,
numerosi musei, e naturalmente tanti giardini per passeggiare o concedersi
una pausa. Gli amanti dello shopping non sapranno da
dove cominciare, in fatto a moda e oggettistica di qualità Hyderabad non
conosce rivali, gli appassionati di film indiani potranno saziarsi in uno dei tanti
multiplex che proiettano pellicole di
svariate cinematografie, il pubblico locale divora di tutto, e, dalle principali uscite del cinema telugu, hindi e
americano, si può passare tranquillamente ad un film tamil, malayalam o
bengali.
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